Premetto che condivido le decisioni del Consiglio di stato a tutela della nostra salute e del sistema sanitario ticinese in questo momento particolarmente delicato.
Delle varie decisioni emanate credo che il divieto di fare la spesa per chi ha più di 65 anni sia una restrizione che colpisce nel profondo i giovani pensionati.
Per le persone più anziane, in particolare per coloro che sono già abituate ad usufruire dell’aiuto di terze persone per svolgere le proprie attività quotidiane, immagino che il divieto di fare la spesa sia stato accolto con più facilità.
Mi metto però nei panni di chi oggi ha 65 anni a cui è stata negata l’entrata in negozio… e che all’improvviso si vede negato un diritto così basilare. Per la prima volta probabilmente – e senza sentirne personalmente la necessità – realizzano di dover, loro malgrado, chiedere aiuto a terzi; un bel tuffo nel mondo degli anziani bisognosi d’assistenza, una bella doccia fredda sul piano psicologico.
Con queste poche righe volevo semplicemente esprimere loro la mia solidarietà perché capisco come possano sentirsi disorientate, ma soprattutto ammiro coloro che confrontati con questa nuova condizione, anteponendo la causa pubblica alla libertà personale.
Grazie.