Quando i soldi scarseggiano o si ammalano, arrivano le richieste d’aiuto.
BERNA – Il sogno di una vecchiaia serena in un paese esotico può trasformarsi in una trappola. Lo sanno bene le autorità svizzere.
I dati evidenziano una tendenza in crescita: gli svizzeri che scelgono mete estere per trascorrere la vecchiaia sono passati da circa 157.000 nel 2017, a oltre 198.000 alla fine del 2024.
I più partono preparati. Ma non è il caso di tutti, e la loro gestione rappresenta una «crescente sfida» per il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), come spiega il Blick.
Non è raro, infatti, che anziani svizzeri all’estero si trovino in difficoltà e che, per questo, prendano in considerazione il rientro in patria o la richiesta di assistenza sociale dalla Svizzera.
I casi non sarebbero tantissimi, ma hanno comunque una complessità tale da mettere sotto pressione le autorità. Dalle emergenze mediche, i rimpatri, al supporto nelle procedure amministrative, il dipartimento guidato dal ministro degli esteri Ignazio Cassis è fortemente sollecitato.
Come noto, in alcuni Paesi, la presenza di pensionati svizzeri è particolarmente elevata. In Thailandia, ad esempio, la percentuale di over 65 nella comunità svizzera supera il 40%. Ma anche Portogallo, Spagna e Sudafrica contano diversi anziani col passaporto rossocrociato.