LA PROPOSTA / Giubiasco, il consigliere comunale Lega-UDC Tuto Rossi auspica l’insediamento di una struttura per la terza età nell’ex palazzo municipale – L’idea è quella di sviluppare un innovativo concetto intergenerazionale, con anche delle sezioni di scuola, che valga per i quartieri della Città
Riportare l’anziano al centro della Città. Proprio in tutti i sensi. Sviluppando un concetto che sfrutti le ex case comunali dei dodici enti locali che da quattro anni e mezzo si sono aggregati con Bellinzona. È una proposta interessante quella che Tuto Rossi anticipa al Corriere del Ticino e che intende sottoporre ai colleghi di Legislativo affinché ci possa essere un sostegno trasversale che vada al di là – per una volta – degli steccati partitici. L’esponente del gruppo Lega dei ticinesi-UDC-Indipendenti porta anche un esempio concreto: il palazzo di Giubiasco, in piazza Grande, oggi sede fra l’altro di uno degli sportelli multifunzionali dislocati sul comprensorio della nuova capitale. Il nostro interlocutore chiede di riconvertirlo, creando un centro intergenerazionale nel cuore, appunto, della Turrita.
Un istituto da 50 posti letto
Non tergiversiamo. E concentriamoci sui contenuti immaginati da Tuto Rossi, che uniscono chi ha i capelli bianchi a coloro che indossano le braghe corte. Innanzitutto una residenza per persone anziane con almeno 50 posti letto. Secondariamente delle sezioni dell’asilo, della scuola speciale e per gli apprendisti. E poi degli uffici ed uno studio di veterinario, in quanto un cane o un gatto possono far compagnia agli ospiti. «In una struttura multisociale come questa l’anziano si sentirebbe ancora vivo, al centro della società», rileva il consigliere comunale democentrista. La sua riflessione parte da lontano. In primo luogo dalle previsioni demografiche che confermano che il processo di invecchiamento della popolazione ticinese è oramai inarrestabile. Tanto che nel 2040 circa un terzo dei cittadini residenti a Sud delle Alpi rientrerà nella fascia di età degli «over 65».
Focus sull’invecchiamento
Bellinzona allo stato attuale dispone di quattro istituti gestiti dalla Città, per quasi 300 posti letto: la casa anziani comunale e quella di Sementina, il Centro Somen e la Residenza Pedemonte. Ad esse vanno aggiunte le strutture private e/o di proprietà di fondazioni e consorzi presenti nel comprensorio. Rispondendo nell’aprile 2020 all’interrogazione dei liberali radicali Fabio Briccola e Fabio Käppeli (oggi municipale), l’Esecutivo non escludeva «l’ipotesi di entrare nel merito della realizzazione di un’ulteriore casa anziani» alla luce della Pianificazione cantonale integrata che definirà il bisogno di istituti e servizi fino al 2030.
Il nemico è la solitudine
Secondariamente Tuto Rossi pone l’attenzione sulle ex case comunali ereditate con l’aggregazione. Per il rappresentante della destra manca «un piano di utilizzo razionale per questi stabili, normalmente di dimensioni ragguardevoli e situati in centro paese, che vengono destinati ad uffici amministrativi di periferia, spesso ridondanti o poco frequentati». Perché, dunque, non riconvertirle? «Le case anziani attuali sono moderne, pulite e ben gestite. Però non tengono conto dei bisogni psicologici e della sofferenza intima di coloro che per una ragione o per l’altra vengono trasferiti dal loro domicilio, lasciando gli affetti e gli animali, in una specie di albergo. Le persone anziane non vanno emarginate o isolate in una struttura periferica come purtroppo succede oggi. Soprattutto considerando che spesso la principale malattia è la solitudine», puntualizza il nostro interlocutore. Secondo il quale la terza età, come dicevamo all’inizio, va rimessa nel turbinio delle emozioni e della vita sociale. Questa l’idea di Tuto Rossi che andrà, ça va sans dire, approfondita. Come prima cosa occorre vedere quale sarà la rispondenza degli altri schieramenti. Poi semmai verrà trasformata in mozione.
Il Borgo cambierà volto
A ben guardare la scelta di Giubiasco non è affatto casuale. Stando al Programma d’azione comunale che «disegna» la Turrita del 2040, nel Borgo vedrà la luce un polo economico regionale. Sarà un quartiere sempre più connesso alla rete di trasporto pubblico, anche e non solo grazie alla galleria di base del Monte Ceneri. L’ex Comune acquisirà «grande attrattiva sia dal punto di vista residenziale sia da quello lavorativo, favorendo di conseguenza una nuova dinamica di sviluppo, anche economico», si legge nel corposo documento.
In particolare, come noto, cambierà il volto del comparto oggi occupato dalle Ferriere Cattaneo. L’area industriale verrà riconvertita con contenuti misti di interesse pubblico e privato. Nascerà un polo di sviluppo multifunzionale, al pari di quelli alle ex Officine, allo stadio Comunale, a Camorino (quartiere Capeleta) ed in centro paese a Claro. Proprio questi ultimi due esempi testimoniano la volontà delle autorità di assicurare la centralità della cosiddetta periferia, rispettivamente a sud ed a nord della Città aggregata.