Qualcuno ricorda? Da martedì 14 aprile gli over 65 possono fare di nuovo la spesa. Archiviato il fine settimana di Pasqua, il divieto illegale imposto in Ticino agli anziani era finalmente caduto. Non pochi avevano gridato all’imprudenza e persino all’irresponsabilità: avrebbero voluto prolungare la segregazione. Cosa è invece successo da allora? Le due curve che misurano l’evoluzione della pandemia hanno proseguito la discesa, senza che la tendenza subisse variazioni significative né tantomeno allarmanti. Sei settimane dopo siamo a pochissimi casi. Più o meno 75 mila persone – oltre un quinto della popolazione – erano state liberate, avevano ricominciato a poco a poco ad andare nei negozi per acquistare pane, pasta, carne, pesce, verdura, frutta, dolci, bibite, come qualsiasi altra persona può fare liberamente, senza più dipendere da nessuno (e senza essere guardate in cagnesco). Né i contagi né i decessi sono risaliti. Tutt’altro. Cosa ci insegna questo? A non fare più errori e arbitrii come quelli compiuti contro i nostri over 65. Quel sopruso, inutile, umiliante, vessatorio, ruppe qualcosa, aprì una frattura nella comunità fino ad allora unita nella strategia antivirus. Le scuse ufficiali non sono mai giunte. Sono gli over 65 ad aver scusato, con saggio oblio e forte senso di comunità, quello schiaffo. Grazie.