Sanità / La campagna di vaccinazione ha dato i frutti sperati nelle strutture per la terza età dove i contagi sono pressoché nulli da mesi – Eliano Catelli: «Si torna gradualmente verso la normalità» – Stefan Brunner: «Un drastico miglioramento dopo le somministrazioni»
Mentre la campagna vaccinale prosegue a grandi passi in tutta la Svizzera e il Paese si sta pian piano «riaprendo», la cosiddetta nuova normalità sta entrando anche nelle case per anziani ticinesi, dove da mesi i contagi si sono praticamente azzerati.
L’ultimo chilometro
Una conferma in questo senso ci arriva da Eliano Catelli, presidente di Adicasi, l’associazione che raggruppa i direttori di case per anziani in Ticino: «Si sta tornando verso la normalità. Le ammissioni sono riprese a buon ritmo e in alcune strutture si stanno riformando liste di attesa, segnale che la fiducia verso la vita in casa anziani sta tornando gradualmente ai livelli pre-pandemia».
A questo proposito, aggiunge Catelli, «proprio venerdì l’Ufficio del medico cantonale e l’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio hanno tolto l’ordine di mantenere i reparti COVID dedicati, liberando così oltre 200 letti nelle strutture di tutto il cantone».
Al momento abbiamo vaccinato (o stiamo per vaccinare) il 95% dei residenti e l’80% dei collaboratori
Una maggior tranquillità, va detto, raggiunta soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione che, spiega il presidente di Adicasi, sta andando molto bene: «Al momento abbiamo vaccinato – o stiamo per vaccinare – il 95% dei residenti e l’80% dei collaboratori, un dato forse senza eguali in Svizzera. La strategia nazionale e cantonale basata sui tre pilastri (vaccinazioni, test e piani di protezione) ha dato i frutti sperati e ci ha permesso di mantenere i contagi pressoché a zero negli ultimi tre mesi».
Riguardo alle preoccupazioni finanziarie sorte per queste strutture durante la pandemia, Catelli spiega che «il mandato di prestazione cantonale che sostiene gli istituti in caso di minori entrate, ha dato per tutto il periodo pandemico la tranquillità necessaria a lavorare mettendo al centro il benessere e la tutela dei residenti». Certo, aggiunge, «questo non significa che non subiamo pressioni gestionali, dato che ogni istituto ha la responsabilità di gestire un budget definito e deve elaborare periodicamente un rendiconto dettagliato dei maggiori costi legati alla pandemia, dovuti ad esempio al materiale di protezione e al maggior costo del personale».
Sulla strada verso la normalità manca forse l’ultimo chilometro
Più in generale – chiediamo a Catelli – si può dire che anche all’interno delle case anziani sta tornando la normalità? «In linea generale sì, anche se l’esperienza ci ha insegnato a non abbassare la guardia e quindi c’è ancora molta attenzione nelle nostre strutture». Un’attenzione che richiede ancora un certo sforzo da parte di tutti. E in tal senso il presidente di Adicasi ci tiene a ringraziare le direzioni e il personale per il loro costante impegno. Detto ciò, evidenzia Catelli, «sulla strada verso la normalità manca forse l’ultimo chilometro: quell’apertura incondizionata verso l’esterno che fa delle case anziani un punto di riferimento per il territorio circostante». In questo senso, però, si dice «fiducioso che arriveremo a compiere anche questo ultimo importante passo».
Già, perché per ovvi motivi ancora oggi i familiari devono prendere appuntamento per recarsi a far visita in casa anziani a un loro caro. «Sentiamo che c’è molta voglia di tornare alla libertà di venire quando e come si vuole, senza preavviso», rimarca ancora Catelli, aggiungendo che su questa tematica «anche l’Ufficio del medico cantonale è particolarmente sensibile e perciò è possibile che arriveranno novità in tal senso».
Rinasce la vita
Insomma, quello tracciato da Adicasi è un quadro positivo della situazione. Pure il responsabile della regione Ticino e Vallese del gruppo Tertianum, Stefan Brunner, ci conferma l’importante impatto positivo che la campagna di vaccinazione ha avuto nelle case per anziani: «Sta effettivamente tornando la normalità. Da quando abbiamo vaccinato i residenti e la maggior parte dei collaboratori, si è visto un drastico miglioramento della situazione». Anche se, spiega Brunner, la prudenza non è mai troppa. «Rimaniamo comunque molto prudenti. I nostri collaboratori portano sempre la mascherina, all’entrata viene fatto un triage e i parenti devono prenotarsi. Abbiamo tutta una serie di misure da rispettare, che sono ormai diventate parte della nostra quotidianità». E proprio a proposito di quotidianità, anche quella dei residenti sta man mano tornando a essere come quella pre-pandemia. Brunner spiega che in questo periodo «si inizia a veder rinascere la vita nelle case per anziani e oggi è possibile fare gite all’esterno e organizzare diverse attività per i residenti, ovviamente rispettando tutti i dispositivi di sicurezza». Infine, riguardo alla situazione finanziaria, Brunner rimarca che, «essendo il nostro un gruppo privato, chiaramente non abbiamo tutti gli aiuti che hanno le strutture pubbliche». «Anche se – aggiunge – devo dire che in Canton Ticino siamo in una certa parte sostenuti. Ci riconoscono certe dotazioni, che sono eccezionali a causa della pandemia. Ma anche da noi la situazione finanziaria è da tenere sott’occhio».